Muti

Cerco di mettere assieme dei ricordi della Val di Fassa Running, ma non è così semplice. L’adrenalina è ancora alta e si rischierebbe di diventare noiosi nel dettagliare ciò che è stato. Lo sarei ancora di più nel farvi un resoconto tecnico di cinque giorni di gara tra i monti pallidi. Allora che vi posso raccontare di questa vacanza alternativa? Che è stata una figata pazzesca! Sì, proprio una super figata!!!

Vai in ferie e ti fai di nuovo il c**o? Oh, ma pensi solo più a correre, anche in ferie? Ma non puoi riposarti? Balle, tutte balle. Perchè se vai a fare quello che ti piace le batterie si ricaricano comunque, anzi forse perfino di più. Perchè se fai parte di una compagnia affiata puoi solo stringere ulteriormente i rapporti e tornare a casa arricchito nello spirito. Perchè se vai in un paradiso terrestre a far fatica, ma riesci ad alzare gli occhi al cielo, vedi talmente tante cose belle che oltre allo spirito anche la mente si arricchisce. Poi sudando tutte le mattine puoi permetterti di magnare qualcosa in più e anche la panza si arricchisce!

Questa Running è stata proprio una figata! E lo è stata sicuramente anche perchè abbiamo vinto. Già, ha vinto Manuel (neo azzurro di corsa in montagna, chapeau!) alla grande dominando e controllando i sentieri ladini. Massimo alle sue spalle si è dovuto arrendere alla gioventù che avanza ed ha chiuso la sua ottava Val di Fassa saldamente sul podio con un buon argento. E terzo si è infilato un Simone furibondo in discesa e mai domo in salita (solo la divina provvidenza l’ha matato sull’ultima asperità eheheheheh). Poi via via tutti gli altri, Luca, io, Caterina, Alice ed Elisa. Tutti strepitosi, dal primo all’ultimo. Tutti uniti. Gli unici a tagliare il traguardo tutti assieme tappa dopo tappa perchè correre è uno sport di squadra! #sapevatelo

Basta così? No, voglio cercare di farvi venire il languorino ed iniziare a pensare sin da ora di aggiungervi alla ciurma il prossimo anno. Sveglia prestissimo (questo no bene) e colazione da leccarsi i baffi. Trasferimento con aria frizzante a scuotere l’organismo. Un’oretta di gara tra le Dolomiti su sentieri sensazionali. I kenioti muti. Rifornimento finale come se fosse l’aperitivo di un nozze. Pranzo in malga e birra come se piovesse. Kenioti muti. Defaticante quotidiano fino alla “casetta” per riattivare la circolazione. Turismo in quota tanto per patire un po’ l’altitudine e non farsi mancare niente. Kenioti muti. Shopping compulsivo. Crioterapia + bagno turco + piscina. Cena luculliana. Passeggiata per digerire e kenioti ancora muti. Copertina di lana, luci spente e anche io mi zittisco, proprio come i kenioti!

Secondo me vi ho convito.

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